Il primo corso di Junior Full Stack Developer volge ormai al termine, dopo circa 4 mesi, siamo giunti all’ottavo modulo che racchiude l’essenza del corso stesso. I partecipanti a questa prima edizione, scelti in base ai loro curriculum e alle loro caratteristiche psico attitudinali, sono stati 11. Per 10 partecipanti inizierà a fine Gennaio un futuro in azienda come programmatori full stack junior mentre per uno di loro questo corso è stato lo stimolo per conoscere il mondo dell’Informatica e della programmazione e contemporaneamente appassionarsi alla UX. In virtù di questa passione nascente l’allievo ha deciso di continuare la formazione partecipando al corso Principi Fondamentali di UX & Product Design organizzato dalla stessa TNV Academy e che parte ai primi di febbraio, e allo stesso tempo collaborare con una startup del mondo ICT (Information and Communication Technology). Di questi risultati e delle prossime edizioni si parlerà il 14 gennaio durante l’evento dedicato I corsi Junior Full Stack Developer. Il Responsabile Scientifico del corso e dell’Academy è Salvatore Carta, Professore Associato di Informatica dell’Università di Cagliari.
Per avere però il punto di vista di chi negli ultimi mesi ha vissuto più dall’interno le dinamiche di questa prima esperienza, abbiamo voluto fare alcune domande al docente principale del corso, Dott. Fabio Sorrentino. Fabio ha conseguito il Dottorato in Informatica ed è Ricercatore post-doc presso il Dipartimento di Matematica ed Informatica dell’Università di Cagliari. È attualmente docente di Programmazione in Informatica e di Tecnologie Didattiche in Scienze della Formazione Primaria.
Abbiamo visto i tanti background differenti dei corsisti, c’è qualcosa che ti ha sorpreso maggiormente?
Qualcosa in particolare no, più che altro mi hanno stupito le tante somiglianze delle persone a prescindere dai loro background così diversi.
Potrei parlarvi di Andrea, di Francesca, di Elisa, di Matteo o Luca, potrei descrivervi quali esperienze li caratterizzano e quanto siano diverse tra loro: parliamo di Laurea in Psicologia, Diploma al Conservatorio, Laurea in Scienze Politiche, così come esperienze lavorative in alcuni casi decennali in ambiti affini o meno, eppure ad oggi tutti lavorano in gruppo con strumenti come Node.js, Angular, Java, ecc. Tutto ciò è stato possibile grazie alle loro somiglianze, più che alle loro competenze o conoscenze.
Parli di competenze e conoscenze, di background, però non sembra esserci nesso tra una Laurea in Scienze Politiche e la programmazione. Cosa ci sfugge?
Sembra scontato che per diventare programmatori sia necessario aver seguito un percorso lineare, un istituto tecnico, una laurea in Informatica… ma in realtà ciò che è veramente necessario è avere una mente elastica e una buona capacità di ragionamento e apprendimento.
Allora, volendo usare termini tecnici, resettate la mente dei partecipanti per sovrascriverla con nozioni di programmazione?
Assolutamente no. Tutto ciò che i nostri corsisti hanno appreso nella loro carriera accademica o lavorativa (alcuni di loro non sono laureati) diventa la base fondante che viene sfruttata per creare delle figure professionali che ovviamente partono come junior dal punto di vista della programmazione, ma che possono sfruttare le tante altre skill che hanno già acquisiti per costruire un percorso lavorativo di eccellenza.
Parliamo di qualcosa di più tecnico, quali linguaggi e competenze apprendono durante il corso i partecipanti?
Il nostro obiettivo non è insegnare UN linguaggio, o TRE linguaggi, noi vogliamo insegnare a programmare, a capire la logica che c’è dietro il codice, a sapere scegliere gli strumenti migliori a seconda dei casi, a scrivere codice leggibile e a saperlo documentare. Una volta che apprendi il modo di programmare, indistintamente dal linguaggio, allora puoi dire di essere un programmatore. Questa è la competenza che vogliamo dare ai nostri corsisti. Durante il corso siamo partiti da esempi fatti in assembly, passando per il C, arrivando a linguaggi come Java e C#. Ma abbiamo spaziato lavorando con linguaggi web, manipolando database interagendo con architetture client/server. Ma non solo, sia io che il Prof. Salvatore Carta, Direttore Scientifico della Academy, abbiamo uno stampo universitario ma conosciamo in maniera diretta quello che serve nel mondo del lavoro, e abbiamo quindi da sempre voluto dare quel giusto imprinting da informatici ai partecipanti al corso che sarà determinante per la loro carriera. Per fare questo, durante il percorso formativo, abbiamo previsto moduli che permettessero di capire cosa avviene in un calcolatore, come essi comunichino, come viene rappresentata l’informazione e quale teoria abbia portato al mondo in cui ci troviamo oggi a partire dalle macchine di Turing. Durante il corso sono stati visti tanti linguaggi e tante tecnologie e ora gli studenti sono alle prese con il progetto finale utilizzando tecnologie come Node.js, Angular, Bootstrap.
Tante tecnologie, tanti argomenti e solo 4 mesi di tempo. Come è possibile riuscire a formare programmatori full stack?
Abbiamo studiato nel dettaglio tutti i moduli, stabilito le ore frontali e di laboratorio per trovare sempre il modo migliore per far assimilare concetti e metterli subito in pratica cercando di non sovraccaricare gli studenti. Non è stato semplice: il nostro metodo, frutto di anni di esperienza nella didattica sul campo, prevede che durante il corso i docenti adattino contenuti e modalità basandoci sui feedback e sull’apprendimento effettivo degli studenti. Abbiamo somministrato verifiche giornaliere in alcuni moduli, richiesto progetti individuali e in gruppo durante il fine settimana in altri.Il nostro focus principale è stato di lavorare per non perdere nessuno durante il corso, e possiamo dire senza falsa modestia di esserci riusciti. Dobbiamo dirla tutta, noi ci siamo impegnati molto, sia per quanto riguarda i contenuti del corso sia per la gestione delle ore ma se da un lato abbiamo dato il 200%, dall’altro lato gli studenti non sono stati da meno. Hanno lavorato anche il 24 e il 31 dicembre mostrando, qualora ce ne fosse il bisogno, quanto siano motivati e quanta fame abbiano. Ci hanno comunque detto che la fame l’hanno sfogata anche durante i pranzi e le cene di Natale e Capodanno!
Vedendo il programma delle lezioni si parla di 4 ore al giorno, dal lunedì al venerdì, come mai questa scelta? Non sarebbe stato meglio qualcosa di più intensivo?
L’informatica e la programmazione sono argomenti che richiedono tempo, soprattutto per la pratica. Anche se il corso prevede 4 ore giornaliere gli studenti sanno che il resto del tempo è necessario come ripasso o studio individuale, e fin dal primo giorno hanno saputo sarebbe stato un impegno a tempo pieno. In sintesi, le 4 ore sono solo una parte del lavoro giornaliero, il resto della giornata è dedicato ai compiti a casa e allo studio individuale. Il nostro metodo ha infatti individuato questa ripartizione del tempo come quella ottimale per la buona riuscita del corso.
Parliamo di risultati, mancano ormai poche settimane, è già stato delineato il futuro dei partecipanti alla prima edizione?
Assolutamente sì, come detto prima, a parte un corsista che ha deciso di continuare la sua formazione approfondendo le tematiche di UI/UX nel corso della TNV Academy che inizia a febbraio, tutti gli altri hanno già trovato “casa”.
Due di loro hanno ricevuto l’offerta di EY, altri due sono stati scelti da Softfobia, poi abbiamo gli altri partecipanti sono stati scelti relativamente da Entando, Inpeco, Eventboost, MutuiOnline, Spindox, Maxtrino, ecc. Tutti hanno ricevuto un’offerta economica per un periodo iniziale di stage, retribuita con un compenso fra i €600 e gli €800 mensili, più buoni pasto, per un tempo variabile tra 3 e 6 mesi. A mio parere, una volta che un’azienda ha investito prima per co-finanziare il percorso di formazione dentro l’Academy poi per completare il periodo di apprendimento in maniera retribuita attraverso uno stage, sia quasi scontato che il percorso si concluda con un’assunzione.
Un’ultima domanda, cosa deve avere il vostro candidato ideale?
Tanta motivazione e determinazione e un po’ di talento, questo è quello che ci siamo sempre detti dal primo giorno durante le nostre riunioni in TNV. Non abbiamo bisogno di persone che hanno già programmato, cerchiamo persone che vogliano impegnarsi a tempo pieno in questa avventura, persone che siano curiose e che abbiano voglia di mettersi in gioco.