BeeToBit è un’azienda ICT, nata a Cagliari nel 2015, specializzata nella progettazione, creazione e manutenzione di sistemi basati sul Cloud. Offre i suoi servizi ad aziende ICT, industrie di tutte le dimensioni e di diversi settori – dal biomedico ai media – e pubbliche amministrazioni.
Come nasce BeetToBit?
L’idea imprenditoriale che ha portato alla fondazione di BeeToBit nasce dall’osservazione della tendenza inesorabile dell’IT all’adozione delle tecnologie di Cloud Computing e, particolarmente, delle tecnologie di Public Cloud, con particolare focus sulle principali piattaforme disponibili: Amazon Web Services (AWS), Microsoft Azure e Google Cloud Platform.
Abbiamo costituito BeeToBit a maggio del 2015, dopo un primo periodo di pianificazione durante il quale abbiamo anche lavorato sulla nostra rete di contatti, per individuare opportunità di business, parallelamente abbiamo cominciato a creare nuove relazioni con i cloud vendor e con le aziende simili alla nostra, per individuare opportunità di partnership.
Tutte queste cose sono successe proprio durante il periodo passato in TNV, nostra prima sede, che è stato un luogo molto importante, nel quale abbiamo sviluppato rapporti, relazioni e opportunità. Abbiamo lasciato TNV nel gennaio del 2016, convinti che – soprattutto per la natura del nostro lavoro – scegliere un ufficio indipendente fosse un passaggio obbligato, pur continuando a coltivare il fruttuoso rapporto con l’incubatore e con Mario, che in più di un’occasione è stato nostro prezioso consigliere.
BeeToBit nasce anche dall’analisi delle rispettive competenze tecnologiche dei tre soci, effettivamente complementari, sia in termini tecnici (sviluppo, sistemi e DevOps) che organizzativi.
La vision su cui è fondata l’azienda è basata sullo sfruttamento delle tecnologie IT infrastrutturali più innovative, in particolare quelle relative al Cloud computing, all’Internet of Things e ai Big Data, e alla loro naturale integrazione, effettuata costruendo prodotti e servizi verticali mirati a mercati ed esigenze specifici.
Attualmente, oltre ai tre soci, in azienda sono impiegate altre cinque persone; siamo alla continua ricerca di personale per estendere l’organico, consci che le professionalità di cui abbiamo bisogno siano di difficile reperibilità.
Per questa ragione, abbiamo avviato una fruttuosa collaborazione con l’Università degli Studi di Cagliari, costruendo percorsi di crescita professionale per gli studenti.
Oggi, a quattro anni dalla sua nascita, BeeToBit fornisce servizi a decine di clienti, pubblici e privati, in Italia e all’estero.
Qualche parola sui tre founder di BeeToBit:
Giuseppe Musu
Ho lavorato dal 1999 al 2003 come sviluppatore, prima di iniziare un percorso da System Administrator, prima a Tiscali, poi a Sardegna IT. Dal 2013 fino al 2015, per Soundtracker (la startup di streaming musicale social) mi sono occupato del coordinamento delle risorse e della pianificazione delle attività, senza trascurare la gestione tecnica del progetto architetturale in cloud. Dal 2015 lavoro in BeeToBit, di cui sono anche Amministratore Unico, con incarichi sempre meno tecnici e sempre più amministrativi e di sviluppo del business. Sono AWS Certified Solution Architect – Level Associate.
Federico Caboni
Comincia a lavorare come sviluppatore freelance nel 1997, collaborando poi con il CRS4 su progetti di e-government, di multimedia e in campo healthcare. Nel 2014 assume il ruolo di Application Development Manager in Energia Mediterranea, occupandosi di progettare e coordinare lo sviluppo di sistemi di backend per smart grid elettrica, su cloud AWS. In questo periodo, e fino al 2015, continua anche le attività di freelance, di formatore IT e di public speaker in vari eventi e conferenze. Dopo la fondazione di BeeToBit nel 2015 consegue le accreditation AWS Business Professional e TCO & Cloud Economics, occupandosi in azienda, oltre che di attività tecniche di sviluppo, degli aspetti di comunicazione commerciale, operations e R&D. Mantiene relazioni con il mondo della ricerca (CRS4, ENEA, DIGITA) e con numerose aziende ICT incontrate nel corso della sua attività professionale.
Roberto Chessa
Inizia la sua carriera nel settore di Internet e dell’ICT nel supporto tecnico per i clienti a Telecom Italia Net. Nel 1999 entra in Tiscali, dove lavora come System Manager. Dopo otto importantissimi anni d’esperienza nella gestione di sistemi IT di alto livello decide, nel 2007, di iniziare una nuova avventura in Hoplo come Senior System Manager, per seguire in prima persona l’avvento delle nascenti tecnologie del Cloud Computing. Nel 2014, dopo aver conseguito la certificazione Amazon Web Services Certified Solution Architect inizia il suo lavoro in Soundtracker dove si occupa in prima persona dell’infrastruttura Cloud. Nel 2015 fonda insieme agli altri due soci BeeToBit, in cui riveste il ruolo di leadership tecnica per quanto riguarda le tecnologie Cloud e SysOps, e tracciando quotidianamente la strada per lo sviluppo tecnologico futuro dell’azienda. È AWS Certified Solution Architect – Level Professional.
Il vostro progetto svolto nell’ambito delle elezioni amministrative del 2016 è stato oggetto di case studies da parte di Amazon Web Services. Qual è stata la vostra esperienza nel Comune di Cagliari?
Abbiamo trovato nel Comune di Cagliari un interlocutore straordinariamente sfidante: non ci aspettavamo, da parte di una PA, tanta curiosità verso le nuove tecnologie e tanta voglia di cominciare a sperimentarle. Abbiamo aiutato il Comune ad avviare attività di sperimentazione in Cloud, cercando anche di individuare (assieme ad AWS) gli strumenti corretti per il procurement del cloud da parte della PA: era il 2015 e ancora non esisteva il Cloud Marketplace di AgID né altri strumenti che oggi diamo per scontati. Nel 2016, cogliendo un’esigenza nata in Comune, abbiamo accettato la sfida di realizzare, in pochissimo tempo, un sistema in cloud per la pubblicazione dei risultati delle elezioni amministrative del 2016.
L’obiettivo è stato centrato e il sistema ha funzionato egregiamente, così AWS ha chiesto a BeeToBit e al Comune di Cagliari l’autorizzazione e la collaborazione per la stesura e pubblicazione di un caso d’uso pubblico: https://aws-de-media.s3.amazonaws.com/images/whitepaper/AWS-City-of-Cagliari-case-study.pdf (qui l’elenco con il logo del Comune https://aws.amazon.com/it/solutions/case-studies/government-education/all-government-education-nonprofit/).
La collaborazione con il Comune di Cagliari ha avuto poi un seguito con altri progetti pilota (su tutti il sistema di gestione dei parcheggi Smart per disabili) e, più di recente, con altre attività in vista dell’adozione in via sempre più consistente dei servizi cloud.
Perché l’utilizzo del Cloud non è solo una scelta tecnica e quali sono le opportunità e i costi che un’impresa affronta nella sua applicazione?
Come avremo modo di vedere durante i workshop, adottare il cloud mette di fronte ad una serie di sfide non solo tecniche.
Un esempio su tutti: smettere di acquistare hardware e cominciare a pagare per le risorse IT “a consumo”, modifica radicalmente il modo di allocare ed utilizzare le risorse economico-finanziarie e cambia l’approccio alla pianificazione del budget. Oppure, pensando al tipo di figure professionali impiegate, mette un’azienda di fronte alla necessità di acquisire nuove competenze.
La transizione verso una governance che permetta il controllo delle risorse cloud risulta essenziale per evitare complicazioni aziendali. Quali possono essere gli interventi in merito?
Quando un’azienda si apre al cloud, deve necessariamente affrontare un processo di digital transformation che la investirà, sconvolgendola. Questo è vero, spesso, anche per le aziende IT, che devono cambiare i processi, adottando metodologie DevOps. Sono tante, per non dire tutte, le funzioni aziendali impattate da questo cambiamento: dall’IT all’ufficio del personale, alla direzione amministrativa.