La valorizzazione del patrimonio artistico e culturale di un ecosistema passa anche per la ricerca e lo sviluppo di tecnologie applicate ai beni culturali.
Il Visual computing è tra le principali tecnologie utilizzate nella trasmissione di informazioni attraverso dati visivi.
La connessione tra arte e innovazione tecnologica ha permesso di rivoluzionare il classico concetto di esposizione museale statica, dando spazio a meccanismi di interazione e interpretazione che rendono il museo un’esperienza sensoriale per il visitatore, grazie all’esplorazione virtuale.
La tecnologia come strumento di trasmissione della cultura, di diffusione della conoscenza ma anche di apertura verso i contesti internazionali.
Ecco perché abbiamo intervistato Ruggero Pintus, ricercatore e ospite del primo workshop organizzato da The Net Value in collaborazione con il CRS4 (il Centro di ricerca, sviluppo e studi superiori in Sardegna noto a livello internazionale per le sue attività di ricerca nell’acquisizione, trattamento, distribuzione ed esplorazione di grandi quantità di dati). Dal Novembre 2007 Ruggero fa parte del Visual Computing group del CRS4.
Su quali aree del visual computing si concentrano le tue attività di ricerca?
Tecniche di Computer Vision e Computer Graphics per la digitalizzazione, processamento, visualizzazione, valorizzazione e distribuzione di modelli 3D massivi/complessi di beni culturali.
Qual è il ruolo della tecnologia nel mondo dell’arte?
L’utilizzo della tecnologia applicata ai beni culturali si declina in una serie innumerevole di esempi e applicazioni. Nel caso specifico, la digitalizzazione di opere d’arte include, tra i suoi scopi principali (per citarne solo alcuni):
- la riproduzione materica delle opere d’arte
- lo studio delle opere d’arte
- la documentazione e l’archivio di informazioni relative alla forma e al materiale di cui è composto il bene culturale
- supporto al restauro
- monitoraggio
Puoi farci un esempio di applicazione pratica di Visual Computing ad un caso specifico nel territorio?
Acquisizione, archiviazione (conservazione long-term) e valorizzazione del complesso statuario di Mont’e Prama.
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Quali opportunità imprenditoriali possono nascere dall’applicazione di queste tecnologie?
Nell’ambito dello sviluppo di nuovi prodotti esiste sicuramente un mercato che richiede nuovi apparati di acquisizione di forma e materiale ad alta qualità che incrementino il livello di automazione degli strumenti esistenti.
Per quanto concerne invece la fornitura di servizi, l’applicazione dei risultati della ricerca e delle tecniche allo stato dell’arte nell’ambito dello scanning, della valorizzazione e del 3D printing può aumentare notevolmente la competitività delle aziende nel settore delle tecnologie applicate ai beni culturali.
Infine, i clienti del cultural heritage, cioè’ restauratori, archeologi, archivisti, o i responsabili dei musei, richiedono sempre di più avanzate installazioni museali e/o sistemi di fruizione e disseminazione web-based. Per cui un’attività imprenditoriale con competenze nell’applicazione di tecnologie allo stato dell’arte andrebbe a soddisfare questa domanda con un’enorme possibilità’ di successo in questo mercato.
LINKEDIN: RUGGERO PINTUS